Dott.ssa Heyra Del Ponte - Psicologa Psicoterapeuta - Pescara
QUANDO LO STRESS DIVENTA UN PROBLEMA
Con il termine “stress” intendiamo uno stato di squilibrio derivato da una reale o percepita disparità tra le richieste dell’ambiente circostante e la personale capacità di sostenere tali richieste.
Quando infatti l’individuo è sottoposto ad una sollecitazione eccessiva o per un periodo troppo prolungato, necessariamente le capacità di adattamento finiscono per essere sopraffatte,le energie sembrano esaurite, le strategie di comportamento risultano inadeguate e si finisce per avere una persistente sensazione di tensione, che non è alleviata da alcunché e che allontana dalla condizione di benessere.
Esiste un normale livello di stress, che ci porta dei benefici perché stimola il corpo ad attivare le proprie risorse e a rispondere prontamente alle richieste dell'ambiente; si tratta di uno stress positivo e si chiama EUSTRESS.
Quando però lo stress dura a lungo ed è molto intenso esso diventa disfunzionale e può comportarci determinati sintomi psico-fisici. Lo stress negativo si chiama DISTRESS.
Le persone rispondono in maniera diversa alle situazioni stressanti; una situazione può essere deleteria per qualcuno e indifferente per altri. L’intensità con cui si prova lo stress è data da diverse cause come: la propria personalità, il momento di vita in cui ci troviamo, le risorse materiali, fisiche e psicologiche di cui si dispone, le aspettative della persona, l’oggettiva pesantezza del compito che si deve svolgere, la presenza o la mancanza di altre persone e il tipo di rapporto che si instaura.
Provare uno stress negativo per lungo tempo e forte intensità può produrre il seguente iter riconosciuto come sindrome da stress:
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FASE DI ALLARME. La persona percepisce che i suoi compiti sono aumentati (maggior ore lavorative, maggior pesantezza del lavoro, maggiori pensieri negativi). A questo punto l’organismo mette in moto una serie di interventi fisiologici (per esempio, aumenta il numero di ormoni dello stress) per riuscire a adempiere agli impegni. Questa è la fase di Eustress, lo stress positivo.
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FASE DI RESISTENZA. Gli impegni continuano a persistere e la persona continua ad attingere alle proprie risorse per risolvere le diverse situazioni adattandosi ad un ritmo elevato di consumo di energie fisiche e/o psicologiche. Si è ancora nella fase di Eustress.
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FASE DI ESAURIMENTO. Col mantenimento di livelli elevati di stress, la persona entra nella fase dello stress negativo, il Distress. Il soggetto non riesce più a mantenere le risorse per adempiere ai numerosi e onerosi impegni e inizia a presentare sintomi psico-fisici di malessere.
La sindrome da stress è dunque un meccanismo difensivo con cui l’organismo si sforza di superare le difficoltà per poi tornare, al più presto possibile, al suo normale equilibrio operativo. Essa può svilupparsi secondo due modalità: lo stress cronico e lo stress acuto. Si tratta di stress acuto quando si presenta in modo unico e limitato nel tempo, mentre di stress cronico quando lo stimolo stressante perdura nel tempo.
I sintomi principali dello stress sono suddivisi in:
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Disturbi cognitivi: difficoltà a memorizzare, difficoltà a trovare le parole, difficoltà a comprendere testi scritti o dialoghi lunghi.
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Disturbi fisici: mal di testa, disturbi digestivi, alterazioni del battito cardiaco, alterazione della pressione sanguigna, tensione muscolare.
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Disturbi psicologici: ansia elevata, impotenza, tristezza, facile irritabilità, nervosismo, sintomi psicosomatici, disturbi del sonno, inappetenza o maggior appetito, difficoltà a prendere decisioni, umore depresso,
tendenza a isolarsi.
La persistenza di stress nel tempo può rendere maggiormente gravi i sintomi provati, si possono riscontrare anche: problemi cardiaci, problemi respiratori, problemi alla pelle, disturbi gastrointestinali, alterazioni ormonali, disturbi urogenitali.
Una dimostrazione su scala mondiale dell’interazione tra stress e infarto cardiaco è stata fornita dal cosiddetto Studio INTERHEART, in cui sono stati interrogati 30.000 tra pazienti che avevano subito un infarto e controlli sani in 52 paesi. La presenza di stress psicologico è associata ad un incremento del rischio di infarto del 40%.
Quali sono le tecniche di gestione dello stress?
Ognuno di noi sembra essere dotato di un "termometro", quando la colonnina di mercurio sale o precipita, al fine di tornare a stare bene abbiamo bisogno di una strategia pianificata per gestire lo stress. Conoscere e usare alcuni punti di gestione dello stress può fare la differenza nelle sue conseguenze.
Gli interventi a livello individuale mirano a promuovere efficaci strategie di coping e di resilienza individuale al fine di modificare la valutazione cognitiva del potenziale stressor e, di conseguenza, ridurre il suo potenziale impatto negativo sulla salute. A questo proposito, le tecniche di rilassamento, tra cui in particolare il Training Autogeno, il Rilassamento Muscolare di Jacobson e la Mindfulness, sono risultati efficaci strumenti di gestione dello stress, utili anche a fronteggiare gli eventi stressanti.
Le ricerche di questi ultimi anni confermano gli effetti di queste tecniche su importanti ormoni collegati allo stress, come il cortisolo Ormone dello Stress e la melatonina (ormone regolatore del ciclo sonno veglia).
